mercoledì 21 marzo 2012

L'odore dell'India - Pier Paolo Pasolini

Un libro che è un diario di viaggio, ma di un viaggiatore particolare, PierPaolo Pasolini, e di un iter, in un luogo che solo a sentirne il nome affiorano immagini favolose, affascinanti, orientali.
Pasolini intraprende il viaggio con Moravia e Elsa Morante, ma spesso, allo spuntare della Luna, abbandona quel residuo di mondo occidentale che è l'hotel, per immergersi in quel magico mondo da solo [..Io avevo voglia di stare solo, perché soltanto solo, sperduto, muto, a piedi, riesco a riconoscere le cose..]. E proprio durante queste passeggiate solitarie scopre le immagini, i suoni, gli odori più suggestivi. Durante queste passeggiate entra a contatto diretto con la popolazione e arriva a carpirne l'essenza più nascosta; scopre la loro timidezza che deriva dalla religione Indù; semplici, umili, sopportano con naturalezza la loro condizione di miseria, lasciando scorrere tutto, come se non riguardasse loro direttamente. Riesce a leggere negli occhi di quelle persone, quegli occhi sorridenti e tristi, dolci e profondi come un abisso nascosto del mare che cela un immenso tesoro. Da queste righe trapela la povertà, la miseria più nera, che copre anche il loro colore della pelle, persone svestite di stracci sporchi ma candidi, persone che in agonia cantano note malinconiche, come una cantilena che [..bastava a trasformare l'intollerabilità della morte in uno dei tanti disperati, ma tollerabili atti della vita..]   Questo canto indiano che trasforma tutta l'immensa disperazione di quattrocento milioni di persone in qualcosa che é quasi allegria.
Ma questo reportage non é solo contatto con la gente. Pasolini è rapito dalle architetture, dai villaggi costruiti a caso e fatti di case grandi come buchi che si potrebbero quasi chiudere in un pugno e poi dalle ricchissime forme sublimi e sensuali e mistiche degli edifici sacri.
Il paesaggio è monotono, gli stagni, i villaggi, la giungla, le coltivazioni di miglio, le file di carretti con i bufali, e di nuovo così, sempre uguale ma sempre affascinante come le luci delle Mille e una notte, tra [.. ricami fitti di nebbie azzurrine e di luci quasi liquide..].
Un libro da leggere, nel quale immergersi per sognare e immaginare un paese dove soffia ancora il vento residuo di altre epoche.

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